Consolare gli afflitti

I Verbi del Cuore

Cor-dialità


L'uomo vive nella continua tensione al raggiungimento dell'ideale, della meta che va perseguita, ricercata e conquistata, affrontando fatiche e superando ostacoli nel cammino della vita.
Una strada in salita, impervia, che nessuno deve percorrere da solo: alle motivazioni e convinzioni interiori, continuamente alimentate, vanno aggiunti i sostegni, i consigli, gli incoraggiamenti e gli esempi di parenti e degli amici che ci circondano.
Questo è il momento del COR-doglio: di fronte al mistero della morte, e quindi della consolazione, è bello immaginare Dio che pone la sua mano su un cuore infranto e strappato dalla sofferenza e dal dolore.
Per esprimere il COR-doglio cristiano spesso ci si avvicina all'amico o al parente colpito dal lutto per la perdita di una persona cara; c'è anche chi pone – con rispetto e delicatezza – la propria mano sulla spalla o sul cuore dell'altro, sussurrando parole che vengono da dentro...
L'annuncio cristiano non è dolorista, quasi che sia meglio soffrire; infatti a chi è nella pena è promessa la consolazione divina. Questo atteggiamento è chiaramente indicato nel messaggio delle beatitudini in cui Dio è presentato come il Consolatore (“cumsolus” = colui che è “chiamato vicino”, come fa appunto l'avvocato difensore; in latino si dice “ad-vocatus” colui che sta dalla tua parte, pronto a difendere la tua causa).
Se la predicazione degli apostoli porta la consolazione di Dio, si trasmette il Vangelo mettendosi a fianco delle persone che fanno un'esperienza dolorosa come un compagno di strada che non lascia solo chi è nell'afflizione.
La tristezza della solitudine, del resto, non si vince dando delle cose, ma offrendo una relazione personale, stabile e discreta.
Noi spesso non andiamo al di là delle solite parole, un po' impacciate (Coraggio... pazienza... col tempo vedrai che passa... io ho già provato...). Solo Dio è in grado di cambiare realmente la situazione, perché ci assicura che il nostro dramma non è irreparabile e la vita di una persona, quando sopraggiunge la morte, non è senza senso: dobbiamo solo aspettare che il Signore compia il suo progetto, perché sta pensando cose buone.
E' vero, Dio non sempre esaudisce i nostri desideri, ma realizza sempre le sue promesse! Come consolatore adopera la sua potenza di creatore; la sua fantasia creatrice è garanzia della sua consolazione. Dio agisce da persona a persona. Il compito che affida a noi cristiani è di testimoniare con la nostra vicinanza la sua presenza che riempie la vita.
 

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